
La forza delle parole
Una ricerca britannica ha analizzato il linguaggio degli adolescenti sul web.
Su quarantamila termini del vocabolario la percentuale che usano per comunicare per via digitale è solo del 2%, circa 800 parole.
Il consulente del governo britannico per le politiche sulla comunicazione giovanile ha avviato una serie di provvedimenti per ovviare al problema.
E’ evidente che questo fenomeno possa essere un limite allo sviluppo della vita sociale di molti tra questi giovani.
Come puoi fare capire se sei amareggiato e non arrabbiato?
Sfibrato e non stanco?
Raggiante e non contento?
Se non sai le parole?
Non credo che le percentuali italiane siano granché diverse.
Il pericolo è simile.
Poche parole equivalgono a poche possibilità di esprimere con sufficiente dovizia le sfumature.
Non solo, le parole trasformano il pensiero in realtà .
“Provate a ricordare che le parole, quelle giuste, quelle vere, possono avere lo stesso potere delle azioni.”
Lo diceva lo scrittore Raymond Carver.
Lo ha ricordato Gianrico Carofiglio nel suo libro sulla manomissione delle parole.
Le parole sono uno strumento che aiuta ad avere potere.
Chi ne conosce di più comanda chi ne conosce di meno.
E’ sempre stato così.
Quando uno conosce pochi termini, se vuole comandare chi ne sa di più, di solito deve passare alla forza.
Opzione poco ortodossa e pratica nella vendita, soprattutto sanzionata dalla legge.
Fortunatamente.
Le parole sono la modalità con cui diamo sfogo al ribollire di sentimenti ed emozioni, di pensieri e costrutti, di caos e distruzione, di conoscenze e progettualità che si agitano dalle dita dei piedi alle radici dei capelli e chiedono di uscire.
Le parole addirittura salvano.
“Ma dì sol tanto una parola… ed io sarò salvato” riprende la liturgia eucaristica dal discorso del centurione nel Vangelo di Matteo 8,5-11.
I termini sono importanti perché definiscono quello che siamo e quello che non siamo, ciò che vogliamo e ciò che non vogliamo
Nel caso di chi lavora a contatto con gli altri tutto ciò viene smerigliato ed acquista una importanza e lucentezza fatale.
Perché oltre che a esprimere la parola serve a fare agire.
Quando si lavora comunicando verbalmente o in scritto le parole delimitano il campo di azione, lo riducono o lo ampliano.
Un po’ come i luoghi comuni che servono solo a riempire il vuoto di idee, le parole banali, prive di significati e densità, usate come uno stucco bianco per tentare riempire le crepe da cui fugge e cola la nostra identità pigra e svogliata.
Se vogliamo essere persone capaci di descrivere e costruire futuri seri servono parole migliori e parole adeguate.
Le parole vanno amate e trattate bene perché definiscono anche come verrai trattato tu.
Conoscere più parole è uno dei salvacondotti per un futuro migliore.
Rubrica di approfondimento e consigli per fare la grande differenza
a cura di Sebastiano Zanolli
Manager, scrittore e formatore motivazionale
www.sebastianozanolli.com
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