
Ma dove vai quando l’ecommerce ce l’hai?
Ecommerce e attività locali. Perché non fidarsi di chi promette di aprirne uno gratis e di fare soldi subito.
Un ecommerce è come un iceberg: quello che vediamo online è solo la punta, un 15-20% di quello che c’è dietro.
Per fare un ecommerce si deve fare analisi, capire il processo d’acquisto dei propri clienti e chiedersi se abbia senso anche online; dopo l’analisi seguono SEO, definizione dei competitor, messa in luce dei punti di forza, dell’idea differenziante, della cosiddetta USP, l’elemento che consente di emergere rispetto agli altri.
Fatta l’analisi, vanno strutturate la parte tecnica, la fatturazione, il GDPR, il dialogo con il magazzino, le spedizioni e va coinvolto anche il commercialista per l’attivazione della vendita online. A seguire va strutturato il dialogo col cliente, come mandargli le comunicazioni, ogni quanto, con che valore e stile.
Infine va analizzato e misurato il CLTV (Customer Life Time Value), ogni quanto riacquista il cliente, come innescare meccanismi di fidelizzazione, passaparola, recensioni. Il tutto dovrebbe poi essere condito dal proprio stile comunicativo, perché è fondamentale che ciò che si vede online corrisponda a ciò che si vedrà offline quando i clienti entrano dalla porta del negozio.
Questa è una parte che richiede tempo, energie, lavoro d’insieme tra consulente, tecnici, specialisti e azienda: le tattiche durano poco, le strategie pagano nel lungo periodo e i numeri vanno sempre analizzati.

Fatto questo, non è finita. L’ecommerce va promosso.
L’investimento è quasi come un iceberg, a sua volta: quello che serve economicamente per la realizzazione della piattaforma è solo un 15-20% di quello che va speso in advertising, branding, ecc.
Come si può pensare di regalare tutto questo lavoro? Chi promette un ecommerce gratis agisce a sua volta come un iceberg: il 15-20% di quel che dà è – forse – a costo zero, il resto è a pagamento e lo chiederà presto, per far andare minimamente le cose. Dire che l’ecommerce è gratis è una bufala e un’offesa enorme a chi gli ecommerce li fa bene, con analisi e strategia.
Oggi, dunque, in questo contesto, se non si ha budget non si può vendere online? No, certo, ci sono delle cose che si possono fare, lavorando sui propri clienti, ma investire oggi in un ecommerce, se l’azienda è in sofferenza, potrebbe non essere la strada più sensata. Attenzione dunque agli sciacalli che, ahinoi, ce n’è tanti. Daranno pur qualcosa gratis oggi, ma con che basi per il domani?
di Silvia Signoretti Consulente di Marketing Strategico
Partner e collaboratrice attiva di IDEE MIRATE
www.silviasignoretti.com
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