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Spazio Zen - Agosto 2022

Gianni Zen
Gianni Zen
30 agosto 2022
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Spazio Zen - Agosto 2022
Nel mese delle vacanze per antonomasia penso sia giusto offrire, accanto agli auspici per un tempo da trascorrere in serenità e amicizia, anche un momento di riflessione spero utile a tutti.

Prima la pandemia e poi la tragedia ucraina hanno, per così dire, messo in secondo piano una questione che sarà, nei prossimi anni, sempre più decisiva.

Parlo della questione ambientale.

Perché, ci dicono gli esperti (si veda il volume uscito di recente da Meltemi, intitolato “Antropocene e le sfide del XXI secolo”, di più autori), tra luglio e agosto si esauriscono, con stabilità dal 2017 a oggi, le risorse naturali rinnovabili che il nostro Pianeta ci mette ogni anno a disposizione. Sempre rispetto, cioè, alla capacità della Terra di rigenerarle.

In altre parole, noi consumiamo più di quello che riceviamo, alterando così l’equilibrio del Pianeta. Noi, in sostanza, stiamo utilizzando risorse naturali a un ritmo 1,7 volte superiore alla capacità degli ecosistemi di rigenerarle.

Tutti i temi legati alla cosiddetta “transizione ecologica” dovrebbero, perciò, non essere presi in considerazione di tanto in tanto.

Ma rimanere sempre ai primi posti delle nostre preoccupazioni, con responsabilità e scelte che segneranno le prossime generazioni. Perché, senza essere catastrofisti, prima o poi le conseguenze segneranno pesantemente le nostre vite.

È dunque cosa buona e giusta non occuparsene a frammenti, quasi con fastidio. E tocca alla politica anzitutto questo compito, al di là delle preoccupazioni da campagna elettorale permanente, interessata solo alle questioni acchiappavoti.

Per dirla con Alcide De Gasperi, il più grande leader della storia italiana, questa responsabilità dovrebbe essere tradotta, anzitutto negli elettori, in questa considerazione; “un politico guarda alle prossime elezioni, uno statista guarda alle prossime generazioni”.

È una frase che non è solo di De Gasperi, ma che già nell’800 aveva segnato un certo modo di fare politico. Penso qui a un politico e teologo americano, come James Freeman Clarke, il quale disse lo stesso concetto: “A politician […] thinks of the next election; a statesman of the next generation. A politician looks for the success of his party; a statesman for that of the country”.

Insomma, politica come visione di un presente che sia capace di farsi futuro, cioè speranza possibile.

In vista di questo futuro possibile già nel 2015 l’assemblea generale dell’ONU aveva adottato una risoluzione, che oggi troviamo riassunta in un documento tante volte citato. Parlo dell’Agenda 2030.

In questo documento viene formalizzato e concordato un primo parametro, chiamato “l’impronta ecologica”, cioè un indicatore per valutare l’uso delle risorse in ragione della capacità di rigenerazione del Pianeta.

Se oggi siamo ai mesi di luglio e agosto, nel 1971 la data era stata il 21 dicembre, nel 1991 l’11 ottobre, e nel 2017 si giunse al 2 agosto.

Da ricordare, poi, che questi parametri sono stati integrati da altri indicatori, di tipo socioeconomico.

Parlo del reddito pro capite, del livello di alfabetizzazione e delle aspettative di vita.

In altre parole, in gioco vi è la qualità di vita delle persone, chiamate tutte, visti i diversi contesti, a maturare assieme nella reciprocità una forma di solidarietà globale, ai fini della sostenibilità e di reali pari opportunità.

È proprio la sostenibilità la parola che riassume i diversi intrecci del vivere su questa Terra che sta segnando e segnerà sempre di più le prospettive di vita e di sopravvivenza. Governare dunque i cambiamenti e i processi, per quanto possibile, sapendo che diverse saranno le conseguenze climatiche se l’aumento della temperatura sarà di 1,5 gradi oppure di 2 gradi. Le inondazioni, a seconda dell’aumento della temperatura di solo mezzo grado, subiranno un’impennata del 100% oppure del 170%; la biodiversità perderà l’8% delle piante oppure il 16%, gli insetti del 6% oppure del 18%, del 4% oppure dell’8% di vertebrati. E la popolazione umana esposta sarà del 9%, cioè 900.000 milioni, oppure ammonterà a 2 miliardi.

L’abbiamo compreso, limitandoci al solo piano alimentare, come la guerra in Ucraina abbia toccato tanti altri Paesi. Senza dimenticare il problema dell’acqua dolce, che è preziosissima nel mondo di oggi.

Siamo cioè tutti interdipendenti, gli uni per gli altri. Non dovremmo mai scordarcelo, se vogliamo prevenire conflitti e guerre, ma impegnarci assieme sui comuni obiettivi. Questa è la buona politica che tutti, credo, auspichiamo.

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L'autore

Gianni Zen

Gianni Zen, laureato in filosofia, ha dedicato la sua vita professionale alla scuola, prima come docente e poi come dirigente scolastico in importanti scuole del vicentino quali l’Istituto Rossi di Vicenza e il Liceo Brocchi di Bassano. Sotto la sua guida il liceo bassanese ha conosciuto una crescita repentina fino a diventare il secondo istituto d’Italia per numero di ragazzi frequentanti. Persona estremamente attiva, è da sempre sostenitore di una grande riforma del mondo della scuola. In “Spazio Zen” dirà la sua su temi di attualità legati al mondo della scuola e del lavoro.