ATTUALITÀ

Spazio Zen - Gennaio 2023

Gianni Zen
Gianni Zen
27 dicembre 2022
CONDIVIDI:
Spazio Zen - Gennaio 2023
Anno nuovo, vita nuova, ci ripetiamo come buon auspicio per il nuovo anno.
Ma credo che sarà un po’ difficile trovare qualcuno, con o senza oroscopi, che si arrischierà a dire come sarà questo 2023. Perché, se andiamo solo a un anno fa, nessuno si sarebbe immaginato quello che è successo nel 2022. Sul piano generale, e forse anche sul piano personale.
Meglio dunque non lanciarsi in previsioni, ma coltivare arguzia e prudenza. Senza lasciarsi prendere da quel vento negativo che rischia di prendere troppe persone. E non bastano più i vecchi scongiuri. Noi tutti vorremmo, invece, delle certezze. Il rischio del disorientamento, cioè, è sempre dietro l’angolo.
Paradossalmente, l'unica cosa certa è che certezze assolute non ve ne sono. Ma certezze relative ne abbiamo. Non viviamo cioè di sola speranza. Ma abbiamo bisogno di qualcosa di più, perché non ci sono solo la guerra e la crisi energetica, a segnare le nostre giornate. In altre parole, non è sufficiente l'invocazione alla speranza.
E pur di avere qualcosa in più, c’è chi si rifugia in qualcosa che potremmo chiamare ideologia, mito, metaverso, o altro nome di rifugio dalla cruda realtà.
Sappiamo che sono, ad esempio, tanti gli italiani che si affidano ai maghi e milioni credono agli oroscopi, pur di sentirsi ripetere una parola buona sul nostro futuro e sul futuro del nostro Paese.
Lo si ripete ogni inizio d’anno, ma quest'anno in modo speciale. Vista la tanta incertezza, su più fronti. E questa incertezza, infarcita di paura, è figlia di un bisogno che rischia di renderci sempre più ciechi, incapaci di alzare la testa e di guardare in controluce le nostre storie quotidiane, piccole e grandi. Cosa possono garantire i maghi e gli oroscopi se non delle pre-visioni. Dunque “visioni". Tutte presunte, tutte certissime, tutte generiche, tutte inverificabili.
È possibile che nessuno si prenda la briga di mettere a confronto le previsioni di un anno fa e ciò che effettivamente è successo nel 2022? Eppure una cosa certa la sappiamo: il futuro non si può prevedere. Non solo, sappiamo anche che l'incertezza sul futuro è la fonte prima della nostra angoscia esistenziale. Con Leopardi ci possiamo ripetere: "La conoscenza degli effetti e l'ignoranza delle cause produssero l'astrologia". Il bisogno di credere ha sue facce: la prima produce le domande di sapere, sino al silenzio della ragione di fronte al mistero (pensiamo ad esempio al mistero del Natale); la seconda è un suo surrogato utilitaristico, che produce certezze nel senso di un venir meno appagante e a buon mercato dell'angoscia prodotta dalla percezione dell'imponderabile. È su questa seconda faccia che si concentra il mercato delle ideologie e dei comodi rifugi, come quello dell'astrologia. Ma che tipo di pre-visioni sono quelle degli oroscopi? A ben vedere, si tratta di pre-visioni generiche, che dicono tutto e niente. Tant'è che a ogni affermazione si potrebbero facilmente associare diversi eventi successivi. Le coincidenze fortuite sono tutte figlie della legge dei grandi numeri: sparala più o meno grossa la tua previsione, qualcosa la dovrai pure azzeccare! "Oroscopo" significa "vedo l'ora". Inizialmente, nella storia dell'astrologia, era focalizzata sull'ora della nascita e quindi principalmente sull'ascendente, oggi meno di moda. In poche parole: anche la visione astrologica poteva avere un senso agli occhi dei nostri antenati, un po' meno per noi oggi, allenati alla ricerca scientifico-sperimentale. Anche se, ad esempio sulla pandemia, abbiamo scoperto che la ricerca scientifica non gode di molti favori tra i “credenti” di alcune ideologie. La cosa che colpisce è sentire che anche oggi fa parte del patrimonio delle nostre conoscenze elementari conoscere di quale segno zodiacale noi facciamo parte. Senza sapere che con la processione degli equinozi c'è stato uno spostamento in avanti, col risultato che in realtà il nostro segno effettivo è quello precedente a quello che abbiamo sempre creduto appartenere. Verità sempre taciuta in tv o sui giornali. Alcuni rispondono però che esiste comunque una sorta di "oroscopo psicologico", nel senso che si riconoscono nei tratti salienti del proprio segno. Ovviamente, si tratta di indicazioni generiche, in un contesto nel quale "si vuole credere" indipendentemente dal valore oggettivo dell'indicazione del segno personale. Quanti altri potrebbero rispecchiarsi in queste genericità, illusioni o "ameni inganni", per riprendere Leopardi? Basta seguire, al mattino, gli oroscopi fedelmente ripetuti in tv, alla radio o letti sui giornali. Una data di nascita influisce sul carattere di una persona? Certo, ma non per motivi astrologici. Pensiamo a una cosa: chi è nato in estate, al caldo, avrà caratteristiche diverse da chi è nato in pieno inverno. Basta un po' di sana psicologia dell'età evolutiva per spiegare queste cose. Per chiudere: siamo in balia del caso, del destino, del fato, della fortuna? Vivere la vita significa districarsi in libertà tra le mille insidie dell'esistenza, aperti anche a quelle dimensioni che, come nella religione cristiana, potrebbero portarci a riconoscere un valore "trascendente" al vivere quotidiano, a quel valore che la tradizione chiama "Provvidenza". Ma il discorso ci porta oltre. Oltre il piccolo cabotaggio della nostra quotidianità. È solo un caso che nella nostra società post-cristiana, trionfano a piene mani maghi, fattucchiere, oroscopi...? Ma esiste il caso? Noi, in attesa di entrare nel cuore di queste domande, ci limitiamo a far nostro il passo leopardiano, contenuto nel breve "Dialogo di un venditore d'almanacchi e di un passeggero": "Quella vita ch'è una cosa bella, non è la vita che si conosce, ma quella che non si conosce; non la vita passata, ma la futura. Coll'anno nuovo, il caso incomincerà a trattar bene voi e me e tutti gli altri, e si comincerà la vita felice. Non è vero?". Come sarà dunque il 2023? Se uno vuole una risposta univoca, questa risposta, è giusto ripeterlo, non c'è: il 2023 sarà quello che (anche) noi vorremo. Permettete un vero augurio? L'arguzia dell'intelligenza nella serena accettazione dei propri limiti e nella equilibrata valorizzazione dei propri talenti. Aperti alla condivisione e alla convinzione/speranza concreta che è il bene che "fa" la storia, personale e collettiva. Con noi, nonostante noi.

Ti piacciono i nostri articoli? Iscriviti alle nostre migliori uscite.

Inserisci un'email valida

Siamo in continua evoluzione con il nostro Occhi Magazine; se hai domande o suggerimenti, non esitare a contattarci!

Seguici su Facebook, Linkedin, Instagram e Twitter.

Condividi:

L'autore

Gianni Zen

Gianni Zen, laureato in filosofia, ha dedicato la sua vita professionale alla scuola, prima come docente e poi come dirigente scolastico in importanti scuole del vicentino quali l’Istituto Rossi di Vicenza e il Liceo Brocchi di Bassano. Sotto la sua guida il liceo bassanese ha conosciuto una crescita repentina fino a diventare il secondo istituto d’Italia per numero di ragazzi frequentanti. Persona estremamente attiva, è da sempre sostenitore di una grande riforma del mondo della scuola. In “Spazio Zen” dirà la sua su temi di attualità legati al mondo della scuola e del lavoro.