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Spazio Zen - Luglio 2022

Gianni Zen
Gianni Zen
30 agosto 2022
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Spazio Zen - Luglio 2022
I mesi di luglio e agosto sono, per i giovani e le famiglie anzitutto, il periodo che dice chiaramente il tempo estivo, cioè delle meritate vacanze.

E così, ce lo confessiamo tutti contenti, è arrivato anche quest’anno il tempo del riposo, dei viaggi, della libera creatività.

Uno scorrere del tempo che è segnato non da un progredire a scatti, a salti, ma da un modo costante e silenzioso che però sempre ci sorprende.

Con regolare ciclicità, cioè, sappiamo che ogni anno arrivano le vacanze, ma capiamo, nel contempo, che ci viene incontro non un tempo qualsiasi, ma un tempo prezioso, tutto per noi. E che non va sprecato.

Perché, anche se da sempre è un tempo invocato, in realtà quando capita suscita una sorta di emozione mista a inquietudine che viene dal profondo. Forse per quella libertà che inseguiamo ma che poi, quando arriva, va comunque riempita di scelte e di significati. Perché non diventi un tempo vuoto, fonte di una qualche angoscia, perché quasi sospeso tra le tante aspettative e qualche riscontro che, a volte, non è tutto rose e fiori.

Forse perché, al di là di programmazioni e speranze, in fondo questo tempo non è tutto nostro, nel senso che non ne siamo padroni?

Già qui ci rendiamo conto che il tempo del calendario, o dell’orologio, non è il tempo della vita, quello esistenziale.

Il tempo è denaro, ci viene a volte da ripetere, ma non si può accumulare, possedere, liberamente disporre. Il tempo cioè ci passa e oltrepassa. E a volte ne siamo protagonisti, a volte testimoni, a volte succubi.

Ma cos’è il tempo, potremmo a un certo punto chiederci?

Ha provato a rispondere S. Agostino, con una battuta che è diventata leggendaria: “Se me lo chiedi rispondo che non so cosa sia, ma se non me lo chiedi ti dico che so cos’è”.

Del resto, a ben pensarci, riprende S. Agostino, ci rendiamo conto che il tempo non esiste oggettivamente. Sì, possiamo dividerlo in tre parti: passato, presente e futuro. Ma il passato non esiste in quanto non è più; il futuro non esiste in quanto non è ancora; e il presente attimo dopo attimo diventa passato. Allora, con Orazio, ci rifugiamo nel classico “carpe diem”, cioè cogli l’attimo. Anche se facciamo fatica a intuirne il significato fino in fondo. Perché non si vive di presente, ma attraverso il presente.

Vivere attraverso, dunque. Ma consapevoli del proprio e nostro essere.

Che cosa può significare, infatti, essere consapevoli di se stessi e delle implicazioni del proprio e nostro esserci, cioè vivere?

Il periodo delle vacanze, perciò, che possono essere viste come una sospensione momentanea di una vita tutta di corsa tra mille responsabilità, ci mette nelle condizioni di fermarci un attimo, e di pensare al loro valore come al loro limite.

Al loro valore, perché tempo libero, perciò prezioso rispetto al vincolo del quotidiano lavoro. Ma anche al loro limite, un limite però in positivo, perché questo tempo libero dà la possibilità, se riusciamo a liberarci, appunto, da modelli e stereotipi imposti dall’industria delle vacanze, ci possiamo ritrovare nella condizione di respirare un tempo diverso, un tempo qualitativo, un tempo esistenziale, un tempo aperto e svincolato dalle rigidità del resto dell’anno.

Auguriamoci, dunque, buone vacanze, perché siano davvero vacanze buone.

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L'autore

Gianni Zen

Gianni Zen, laureato in filosofia, ha dedicato la sua vita professionale alla scuola, prima come docente e poi come dirigente scolastico in importanti scuole del vicentino quali l’Istituto Rossi di Vicenza e il Liceo Brocchi di Bassano. Sotto la sua guida il liceo bassanese ha conosciuto una crescita repentina fino a diventare il secondo istituto d’Italia per numero di ragazzi frequentanti. Persona estremamente attiva, è da sempre sostenitore di una grande riforma del mondo della scuola. In “Spazio Zen” dirà la sua su temi di attualità legati al mondo della scuola e del lavoro.