CULTURA

PAGINAPIEGATAARTE - Giugno 2023

Claudio Brunello
29 maggio 2023
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PAGINAPIEGATAARTE - Giugno 2023

L’animo e l’intelletto umano hanno saputo, nel corso della storia, sviluppare modi per trasmettere rappresentazioni mentali via, via sempre più articolate, complesse ed elaborate. L’evoluzione umana non sarebbe avvenuta così come noi la conosciamo, se non fossero nate forme d’aiuto reciproco e comunicazione estetica permanente. Lo spazio per la permanente comunicazione estetica è stato sicuramente, alle origini, la parete di una caverna, ma oggi? Oggi lo spazio di espressione si è dilatato in ogni luogo e mezzo: inizia dalle avanguardie storiche dei primi decenni del secolo scorso quando i più noti movimenti e nuove correnti come il Cubismo, l'Astrattismo, il Movimento Dada e il Surrealismo, tuttavia è dopo il secondo dopoguerra che l'arte, assumendo il termine di “Contemporanea”, dilaga in un'infinita libertà espressiva. Dagli anni '50 si impone l’Arte Astratta contemporanea, basata sulla liberazione di linee, forme, colori e materia, e non più su una rappresentazione reale di oggetti, figure e paesaggi. In un certo qual modo, gli artisti astratti utilizzano un approccio simile a quello scientifico: scompongono l’esperienza percettiva nei suoi elementi essenziali, permettendoci di comprenderla meglio. In altre parole, con lo sviluppo dell’Arte Astratta, gli artisti si sono alleati con gli scienziati. Le neuroscienze e l’approccio riduzionista ci permettono, infatti, di comprendere come percepiamo e razionalizziamo un’opera d’arte. Wassily Kandinsky nello "Spirituale nell'arte” ben diffonde questo sentire. In aggiunta (a dar fuoco alle polveri) dagli Stati Uniti negli anni '50 si impongono azioni inedite con l'Action Painting: la spinta principale che da impulso al movimento, è data dalla necessità di libertà, improvvisazione, di spontaneità e di movimento motorio da parte dell’artista. Egli agisce, dando libero sfogo al proprio inconscio, liberandosi cosi dall’angoscia e dalle sue irrequietezze con il movimento fisico del dipingere. Per capire le idee e la diffusione di questo movimento, bisogna analizzare anche il contesto storico nel quale si è sviluppato, un periodo post-bellico, in cui la meccanica quantistica, la psicanalisi, il jazz di Miles Davis (1926-1991) ed il rock di Elvis Presley (1935-1977) si stavano evolvendo, cambiando il mondo e la coscienza della civiltà nel mondo statunitense. Un fare arte che non vuole esprimere qualcosa di reale, di oggettivo, ma vuole liberare una tensione che si è accumulata nell’artista. L'azione non è pensata prima o progettata, ma è istintiva, e gli effetti sono ricchi di spontaneità, sono imprevedibili ed esprimono l’umore dell'artista in contrasto con una società in cui tutto è progettato e razionalizzato; società che, però, aveva portato alla Seconda Guerra Mondiale pochi anni prima. Gli artisti dell'Action Painting creavano le loro opere per stimolare l'emozione e per toccare gli osservatori nel profondo del loro subconscio, e lo facevano dipingendo più o meno “inconsciamente”, lasciandosi guidare dall'emozione creata della potenza del gesto libero. Inoltre, fatto non secondario, l'Action Painting fu profondamente appoggiata dal governo americano per imporre al mondo occidentale un'arte americana. (1) Questa corrente artistica apre le danze il noto Jackon Pollock (1912-1956), riconosciuto come l'inventore del “dripping” (faceva gocciolare il colore direttamente dal pennello, o da uno stecco, o direttamente dal barattolo, ed il colore “cadeva” sulla tela): con la tela disposta a terra si sentiva più vicino al quadro, ne faceva parte; concepisce un'arte che vive nel gesto stesso, non partendo da disegni o schizzi, ma dipingendo direttamente, nel suo incessante rito d'esecuzione: voleva essere letteralmente dentro la pittura, essere nel quadro; gli girava intorno, lavorando da ogni lato. S'ispirava ai pellerossa dell'Ovest in una sorta di rito danzante, creando caos come utero per una possibile genesi di armonia. Con i suoi dripping, Pollock diventa l'artista guida della nuova avanguardia newyorkese e di migliaia di epigoni odierni. Franz Kline (1910 –1962) è un altro artista determinante per comprendere il periodo, andando ad agire su tele monocrome di colore bianco. Grandi tracce di segno nero sono un soggetto affascinante, ed egli ne giunge non con decisione ed azione, bensì in correzione o sottrazione in una sorta di razionalità; raggiungeva un'alta forza del segno, dipingendo con grosse pennellate di nero per poi riprenderle con il colore bianco, lasciando scoperto solo il segno nero deciso. L'aspetto finale è affascinante, ne emerge una sorta di archetipo, in cui i richiami sono molteplici: da un puro segno fine a sè stesso, ad una sorta di segnale minimo o di architettura, un alfabeto con remoti richiami agli ideogrammi orientali. Altro esponente è Willem De Kooning (1904-1997), olandese di origine e americano di vita, egli esprime nelle sue tele la rappresentazione di una visione deformante e violenta, che astrae la realtà esteriore. L'adesione ad una matrice realista è comunque riscontrabile anche in quelle opere dove l'informale appare assoluto. L'artista sembra ricercare punti fermi anche quando le linee caotiche e violente tendono a smarrire ogni definizione della struttura; nascono nuovi equilibri di rapporti ed armonie di ritmo costanti, attraverso le quali recupera la forma, attribuendole nuovi valori. Robert Motherwell (1915-1991) invece fa dell'atto del dipingere un aspetto piu importante del soggetto ritratto, dando libero sfogo alle naturali emozioni. Infatti, l'artista non cerca di dipingere belle immagini, ma vuole trasportare lo spettatore in un'unione mentale e fisica con la sua arte. Le sue tele, di solito di dimensioni monumentali, sono popolate da grandi forme nere e piatte, disegnate attraverso un segno essenziale su sfondi dai colori intensi e brillanti. 


(1) Claudio Brunello - Pagina Piegata - introduzione all'Arte Contemporanea dal II dopoguerra ad oggi - ed. autoprodotta disponibile in tutte le librerie di Bassano del Grappa e la Libreria Traverso di Vicenza.

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L'autore

Nato nel 1954 a Rossano Veneto (VI), da una famiglia di agricoltori che si trasferiscono a Torino quando ha pochi mesi di vita. La sua formazione culturale, fino ai venti anni, avviene nel capoluogo piemontese. Nel 1972 si diploma vetrinista di abbigliamento e tessuti con il massimo dei voti, suo insegnante di scenotecnica è Claudio Rotta Loria, affermato artista piemontese. Nel 1973 vince il Premio "Cairoli" Concorso d’arte contemporanea, più volte segnalato in diversi Premi d’Arte, ed è invitato a partecipare alla realizzazione di una grande tela "Giovani per i Giovani", eseguita dal vivo nella città di Chieri (TO). Stimato dal critico d’arte Aldo Passoni, al tempo Direttore della Galleria d’Arte Moderna di Torino, che lo inserisce nell’importante mostra collettiva "Piemonte Segno ‘74" alla Galleria d’arte Giorgi di Firenze. Nel 1974 avviene il trasferimento a Bassano del Grappa, dove tuttora risiede e crea con il fratello Giuseppe la discoteca "Shindy", uno dei locali, oggi, storici di Bassano. Nel 1977 si sposa con Daniela Scotton e fa nascere "Radio Bassano 104" una delle primissime radio libere della zona. Nel 1987 Il suo fare arte dall'iniziale Op-art, muta verso la più libera arte informale, attratto dalla genesi del gesto e la forza comunicativa del segno e, non ultimo, dal fascino tattile della materia. Nel 1983, con la moglie e il fratello Giuseppe crea il celebre locale "Ottocento". Nel 1988 è socio fondatore e presidente dell’Associazione Culturale "ACAV ‘88" e l’anno seguente fino al 1991 fa parte della Commissione artistica della "Chiesetta dell’Angelo" spazio espositivo bassanese. Nel 1999, sempre a Bassano del Grappa, realizza e dirige all’interno del noto locale "Ottocento" uno spazio denominato "PAGINAPIEGATA art gallery" dedicato esclusivamente all’Arte contemporanea e alla cultura. Ne cura la programmazione fino alla chiusura nel Luglio 2007 (organizzando oltre 40 mostre di artisti locali e 100 proiezioni d’arte contemporanea). Nel 2002 inizia il periodo tuttora in essere delle tele di formato quadrato, che singole o associate fra loro nella fattispecie di cellule/parole o tessere autonome creano possibili assemblaggi in continua mutazione. Dal 2007 si dedica all’arte a tempo pieno, come curatore, promotore e naturalmente artista. Nel 2010, 2011 e 2014 ha tenuto laboratori sul movimento Dada, sull’Arte Povera e sulla Trash art al Liceo d’arte "G. De Fabris" di Nove - VI. Nel 2013 crea un ciclo di incontri dedicato alla creatività dal nome "Pagina Piegata - intrecci d’arte", coinvolgendo: artisti, fotografi, scrittori, musicisti e critici d’arte. Nel 2014 ha iniziato con il figlio Nicolò il progetto "Contenitori d’identità", consistente nell’ideazione e produzione di oggetti di complemento d’arredo con caratteristiche concettuali. Nel 2019 è curatore delle mostre realizzate nella sede bassanese di Allianz e dello Spazio Olimpia. Dal 2020 crea il canale YouTube "PaginaPiegataArte" dove spiega l'arte contemporanea. Nel 2022 pubblica il libro "Pagina Piegata - introduzione all'arte contemporanea dal II° dopoguerra ad oggi". Sempre nello stesso anno è inserito nell'Archivio Ezio Bosso di Torino. E' socio fondatore dell'Associazione culturale "Dif-Fusione 88" che si occupa di promozione del contemporaneo in tutte le sue forme. Ha esposto in Italia e all’estero, sue opere sono presenti nella Galleria d'arte Anna Breda Arte e Design di Padova, in negozi di design d’arredo e in collezioni private e pubbliche.

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