CULTURA

PAGINAPIEGATAARTE Marzo 2023

Claudio Brunello
27 febbraio 2023
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PAGINAPIEGATAARTE Marzo 2023
I giovani e i meno giovani che amano l'arte sono davvero tantissimi in tutto il mondo. Proprio per questo motivo, ho preso in considerazione la possibilità di dedicare queste pagine a tutti gli appassionati di Arte Contemporanea. Partirò da alcuni punti fermi, una sorta di orientamento, per percorrere insieme questo complesso, distraente e spesso incomprensibile periodo.

Il segno come comunicazione d'arte
Il segno può essere considerato come l’unità minima dell'azione artistica, composta dal punto e dalla linea. Suggerisco la lettura del libro di Vassily Kandinsky “Punto, linea, superficie”. Nel linguaggio visivo, chiamiamo segno qualunque traccia (una linea su una tela, su un foglio di carta o un'incisione su pietra), prodotta consapevolmente per esprimere e comunicare un certo significato: l’uomo, sin dall’antichità, ha cercato di tracciare delle forme, dapprima semplici, successivamente sempre più complesse e dopo migliaia di anni, questi semplici segni, come quelli rinvenuti nelle caverne, sono riusciti a comunicare con intensità espressiva, con straordinaria ed estrema sintesi grafica. Sono azioni consapevoli compiute da un uomo, che dovevano raffigurare una testimonianza del proprio pensiero o di un auspicio, o della sua presenza o passaggio in un determinato luogo. Oggi in arte possiamo dire che il segno è la traccia “visibile” con cui ogni artista esprime la sua sensibilità e la sua originalità, svincolata da ogni funzione rappresentativa: semplicemente è, si basta a sé stesso.

La scrittura e le sue forme
Fin dai tempi più antichi, gli uomini hanno cercato di comunicare i loro pensieri con segni che rappresentavano la realtà. La scrittura arriva lentamente quando l'uomo riesce a sintetizzare e usare una sorta di astrazione mentale. A seconda del periodo, dei popoli e delle esigenze, sono nate scritture come i geroglifici, la scrittura cuneiforme, i pittogrammi, gli alfabeti, gli ideogrammi, e chi più ne ha,  più ne metta. Il tentativo di raffigurare e raccontare la realtà con forme semplici non è importante solo dal punto di vista artistico, ma anche da quello dell’elaborazione scritta, dal momento che con i segni si possono comunicare anche i pensieri.
Nell’area mesopotamica, c'è il passaggio dal segno simbolico a un segno organizzato, che diventa linguaggio atto alla comunicazione condivisa del pensiero o di un concetto. Nel nostro alfabeto, per esempio, a ogni lettera corrisponde un suono. Negli ideogrammi orientali, ogni figura contiene un'idea. In ogni tempo gli artisti hanno utilizzato segni e simboli della scrittura per creare vere e proprie opere d’arte. Per esempio, i monaci medioevali arricchivano con preziose miniature i loro manoscritti. Nell'Arte Contemporanea ne è un esempio il fare dell'artista francese George Mathieu, con il suo astrattismo informale, che si ispira agli ideogrammi dell'Estremo Oriente.
Il punto è il più piccolo segno che i nostri occhi riescono a percepire e, quindi, a vedere.
Il punto, sia esso artificiale o naturale, ha sempre una forte espressività. Esso può essere autonomo, se appare su di una tela con niente altro: qui il punto assume una vera e propria forma, che si staglia con tutta la sua forza su di uno sfondo. Utile può essere la lettura del libro di Bruno Munari, “Design e comunicazione visiva”.
Un punto seguito da un altro punto forma la linea e la linea può essere:
Linea orizzontale: può suggerire calma, staticità e, quindi, una grande tranquillità, quasi come fosse un individuo che sta dormendo tranquillo.
Linea verticale: suggerisce una crescita, un'ascesa o una caduta.
Linea obliqua: ci suggerisce qualcosa di dinamico, qualcosa d'instabile, quindi molta mobilità.
Linea spezzata: può suggerire energia pura, nervosismo o particolari vibrazioni.
Linea curva: da l’impressione di qualcosa di molto armonioso, elastico, un vero senso di protezione, o suggerire una profondità.
Linea mista: propone fantasia, incertezza, movimento.
Linea chiusa: crea uno spazio atto a contenere, che si realizza su di una qualsiasi superficie. (1)
È lo spazio che l'artista invade, che usa come contenitore, che interagisce con la sua azione che ne determina la comprensione e l'attrazione; lo protegge, e ne è il veicolo per far sì che il risultato oggettivo del suo agire possa essere “trasportato” dall'autore allo spettatore.

L'agire è necessità primaria dell'artista ma il suo agire portato su di una superficie è finalizzato oltre che a una sua riflessione e autoterapia espressiva, anche alla ricerca di provocare un dialogo con lo spettatore, dialogo che può essere in polemica o in ammirazione con l'autore. Dopo la II guerra mondiale dagli USA arriva l’Action painting, corrente artistica in cui i vari artisti, uno su tutti Jackson Pollock (1912-1956), tracciavano i loro segni con dinamismo e con veloci movimenti, gocciolando il colore sulla tela: ciò prenderà il nome di “dripping”. Diversi artisti usano il segno/traccia e il colore come puro mezzo d'espressione. Il colore nell’arte è uno strumento basilare, perché costituisce il fondamento della nostra grammatica visiva. Si tratta di un elemento estremamente potente: il colore ci tocca psicologicamente, fisiologicamente, e, soprattutto, esteticamente. I colori, infatti, ci permettono di dar vita a connessioni profonde con oggetti e persone che entrano nel nostro raggio visivo: effettivamente, viviamo in un mondo colorato. Definire il colore non è facile, ogni cultura lo percepisce in base a tradizioni, credenze o culture. Non dobbiamo dimenticare una giusta riflessione che avanza Michel Pastoureau, nel suo libro “Chroma”, in cui afferma: “per qualcuno è una pellicola sopra ogni cosa, per altri è percezione personale”. Per molto tempo la triade nero, bianco e rosso ha esercitato il predominio, dalla protostoria fino al basso medioevo, intorno al 1100 d.C., dove, con l'avanzare della tecnica di realizzo, entrano in scena molti altri colori.
Il colore nero è sicuramente il protagonista nel segno. Di seguito qualche esempio: Wassily Kandinsky con la macchia nera, il quadrato nero di Kasimir Malevich; una campitura di Mark Rothko, un cretto di Alberto Burri, una geometria di Frank Stella, un'apparizione di Omar Galliani; i neri inquietanti di carvaggiesca memoria degli italiani Nicola Samorì e Lorenzo Puglisi c'è poi Anish Kapoor, scultore indiano e britannico, specializzato in installazioni artistiche e Arte Concettuale: il nero più nero del mondo è ora una sua esclusiva, lo ha chiamato Vantablack, acquistandone i diritti. Se ne servirà per ottenere un effetto straniante e far scomparire, come in un buco nero, intere porzioni della realtà. Prima d'oggi soltanto l'artista francese Yves Klein aveva brevettato un colore, l'International Klein Blue (IKB), un tipo di blu oltremare immersivo.
L'artista sa che è arduo far luce nella notte; ma spesso per illuminare il buio che stiamo attraversando, ci si deve accontentare dell'esile fiammella di un fiammifero.

Forte è l'attrazione del colore nero, veicolo di espressione istintiva quanto di elevazione ritmica, come si evidenzia nell'opera citata. La presenza del rosso alla base assume valore di genesi nel divenire dell'azione.
Vincenzo Trione dal suo saggio Artivismo, afferma: ”L'artista è incarnazione di un nuovo paradigma, non come genio solitario ma come pensatore-interconnesso. […] L'arte contemporanea riesce a profanare dall'interno il presente, frantumando le nostre convinzioni. Pronuncia il rimosso delle nostre esistenze. […] Lo spazio espositivo è considerato come medium privilegiato per affrontare alcune questioni più urgenti (la parità di genere, la libertà sessuale, l'autoritarismo). Trasmettere forme di dissenso e di contestazione, con operazioni capaci di determinare effettivi cambiamenti nel tessuto sociale. […] L'arte è interpretata non come viaggio autonomo, solitario e privato, ma come apertura verso la discussione illimitata, territorio da percorrere, da esperire, gioco interpersonale, incontro tra noi e un complesso palinsesto di segni”.
Com'è possibile vivere un presente e proiettarsi nel futuro senza investire sulla cultura, sulla vita e sugli uomini? Si finisce per scordare le cose belle, l'arte. Tutto passa in secondo piano e l'uomo si inaridisce pensando che ciò sia solo superfluo e inutile fino all'annientamento culturale; ci si abitua  all'indifferenza, ci si accomoda sul divano per guardare una nuova serie tv in streaming, ci si scorda che uno spazio espositivo ha chiuso, che un museo rimane aperto solo un giorno alla settimana, che i volontari sono sempre meno, che è meglio investire in un centro commerciale che in arte, che basta finanziare la sagra della salsiccia perché anche la cucina è cultura. Già, che bel quadretto questo terzo decennio del 2000, si procede per sottrazione, togliamo a destra e a manca quello che consideriamo inutile, e pian piano la gente lo dimenticherà e rimarrà solo un ricordo lontano. Le vere news sono, invece, dettate dall'ennesimo calciatore e ballerina che si lasciano e riempiono le pagine dei giornali.

Da segnare nella vostra agenda è sicuramente la visita alla mostra d'Arte Contemporanea “MESSE”, che verrà allestita dal 25 marzo 2023 nella Chiesa di San Giovanni in centro a Bassano del Grappa (VI). MESSE è il titolo; messe come ciò che si raccoglie come frutto di un'attività e di un'opera intrapresa, in questo caso, nel vasto e complesso mondo dell'Arte Contemporanea. Saranno presenti 15 artisti rappresentanti il variegato mondo del contemporaneo.

1) Claudio Brunello – Pagina Piegata - introduzione all'Arte Contemporanea dal II° dopoguerra ad oggi -  ed. autoprodotta disponibile in tutte le librerie di Bassano del Grappa e Marostica.

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L'autore

Nato nel 1954 a Rossano Veneto (VI), da una famiglia di agricoltori che si trasferiscono a Torino quando ha pochi mesi di vita. La sua formazione culturale, fino ai venti anni, avviene nel capoluogo piemontese. Nel 1972 si diploma vetrinista di abbigliamento e tessuti con il massimo dei voti, suo insegnante di scenotecnica è Claudio Rotta Loria, affermato artista piemontese. Nel 1973 vince il Premio "Cairoli" Concorso d’arte contemporanea, più volte segnalato in diversi Premi d’Arte, ed è invitato a partecipare alla realizzazione di una grande tela "Giovani per i Giovani", eseguita dal vivo nella città di Chieri (TO). Stimato dal critico d’arte Aldo Passoni, al tempo Direttore della Galleria d’Arte Moderna di Torino, che lo inserisce nell’importante mostra collettiva "Piemonte Segno ‘74" alla Galleria d’arte Giorgi di Firenze. Nel 1974 avviene il trasferimento a Bassano del Grappa, dove tuttora risiede e crea con il fratello Giuseppe la discoteca "Shindy", uno dei locali, oggi, storici di Bassano. Nel 1977 si sposa con Daniela Scotton e fa nascere "Radio Bassano 104" una delle primissime radio libere della zona. Nel 1987 Il suo fare arte dall'iniziale Op-art, muta verso la più libera arte informale, attratto dalla genesi del gesto e la forza comunicativa del segno e, non ultimo, dal fascino tattile della materia. Nel 1983, con la moglie e il fratello Giuseppe crea il celebre locale "Ottocento". Nel 1988 è socio fondatore e presidente dell’Associazione Culturale "ACAV ‘88" e l’anno seguente fino al 1991 fa parte della Commissione artistica della "Chiesetta dell’Angelo" spazio espositivo bassanese. Nel 1999, sempre a Bassano del Grappa, realizza e dirige all’interno del noto locale "Ottocento" uno spazio denominato "PAGINAPIEGATA art gallery" dedicato esclusivamente all’Arte contemporanea e alla cultura. Ne cura la programmazione fino alla chiusura nel Luglio 2007 (organizzando oltre 40 mostre di artisti locali e 100 proiezioni d’arte contemporanea). Nel 2002 inizia il periodo tuttora in essere delle tele di formato quadrato, che singole o associate fra loro nella fattispecie di cellule/parole o tessere autonome creano possibili assemblaggi in continua mutazione. Dal 2007 si dedica all’arte a tempo pieno, come curatore, promotore e naturalmente artista. Nel 2010, 2011 e 2014 ha tenuto laboratori sul movimento Dada, sull’Arte Povera e sulla Trash art al Liceo d’arte "G. De Fabris" di Nove - VI. Nel 2013 crea un ciclo di incontri dedicato alla creatività dal nome "Pagina Piegata - intrecci d’arte", coinvolgendo: artisti, fotografi, scrittori, musicisti e critici d’arte. Nel 2014 ha iniziato con il figlio Nicolò il progetto "Contenitori d’identità", consistente nell’ideazione e produzione di oggetti di complemento d’arredo con caratteristiche concettuali. Nel 2019 è curatore delle mostre realizzate nella sede bassanese di Allianz e dello Spazio Olimpia. Dal 2020 crea il canale YouTube "PaginaPiegataArte" dove spiega l'arte contemporanea. Nel 2022 pubblica il libro "Pagina Piegata - introduzione all'arte contemporanea dal II° dopoguerra ad oggi". Sempre nello stesso anno è inserito nell'Archivio Ezio Bosso di Torino. E' socio fondatore dell'Associazione culturale "Dif-Fusione 88" che si occupa di promozione del contemporaneo in tutte le sue forme. Ha esposto in Italia e all’estero, sue opere sono presenti nella Galleria d'arte Anna Breda Arte e Design di Padova, in negozi di design d’arredo e in collezioni private e pubbliche.