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Token: il gettone digitale del futuro
Aldo Benato
27 giugno 2025Immagina un gettone. Non uno di metallo, come quelli usati nei videogiochi anni ’90, ma un gettone digitale, invisibile eppure dotato di valore. Questo è, in sintesi, ciò che chiamiamo oggi token nel mondo digitale, e ancor più nel vasto universo delle criptovalute.
Il termine "token" deriva dall’inglese e può essere tradotto come "gettone", "simbolo" o "segno". In informatica e crittografia, i token rappresentano unità digitali con una funzione specifica: possono servire per autenticare un utente, autorizzare un’azione, o – come spesso accade nel mondo crypto – rappresentare un valore economico.
Nel contesto delle criptovalute, un token è un asset digitale creato su una blockchain. A differenza delle criptovalute “pure” come Bitcoin o Ethereum, che hanno una loro blockchain, i token sono “ospitati” su blockchain già esistenti (come Ethereum, appunto). Esistono token di vario tipo: alcuni rappresentano una quota in un progetto, altri danno accesso a servizi digitali, altri ancora funzionano come valute all’interno di ecosistemi specifici (pensiamo ai giochi online o alle piattaforme DeFi – finanza decentralizzata).
Quali sono gli utilizzi positivi dei token?
Molteplici. I token possono rappresentare una quota in una startup (token equity), possono essere usati per votare nelle decisioni di governance di un progetto (governance token), possono diventare biglietti per accedere a servizi esclusivi (utility token), o certificati di proprietà su un’opera digitale (NFT – Non Fungible Token). Offrono inoltre un modo innovativo e veloce per finanziare progetti tramite Initial Coin Offering (ICO), una sorta di crowdfunding digitale. In alcuni casi, stanno rivoluzionando il modo in cui trasferiamo valore, scambiamo beni o certificati di autenticità.
Ma attenzione: non tutto luccica.
Il mondo dei token è ancora giovane e, per certi versi, selvaggio. L’assenza di regolamentazione chiara ha favorito la nascita di truffe, progetti speculativi, bolle digitali. Alcuni token sono promossi come “opportunità imperdibili”, ma dietro si celano schemi piramidali o progetti senza alcuna reale utilità. Il loro valore può crollare in poche ore, lasciando a mani vuote chi aveva investito. In ambito legale, inoltre, non sempre è chiaro come inquadrare i token: sono beni? Servizi? Titoli finanziari? Le risposte variano da paese a paese e creano zone grigie.
E allora, cosa possiamo fare?
Come sempre, l’informazione è la nostra prima difesa. I token rappresentano un’evoluzione affascinante della finanza e del web, ma vanno affrontati con spirito critico e conoscenza. Prima di acquistare un token, poniti delle domande: a cosa serve? Chi lo ha creato? Su quale blockchain è basato? È regolamentato? Esistono recensioni o pareri indipendenti?
I token ci offrono senz’altro la possibilità di entrare nel futuro digitale da protagonisti, ma, come ogni chiave che apre porte nuove, vanno maneggiati con attenzione.
Investiamo pure nel progresso, ma investiamo – prima di tutto e sempre – anche nel nostro sapere.
L'autore
Aldo Benato è un avvocato specializzato nella gestione e tutela dei dati personali e aziendali e in materia di criminalità informatica. Avvocato presso il Foro di Treviso e Data Protection Officer certificato ai sensi della norma UNI 11697, si occupa da anni di diritto e informatica e ha maturato una consolidata esperienza in materia di privacy & data protection, criminalità informatica e diritto della Rete. Parallelamente, matura una forte esperienza nel settore della formazione per scuole, aziende, professionisti e Forze dell'Ordine. Recentemente ha scritto il libro "Dizionario del Web - La guida per capire" (www.dizionariodelweb.it), uno strumento pensato per aiutare a sfruttare il web e la tecnologia con maggiore consapevolezza.