CULTURA

Quando leggere...ti mette le ali! Agosto 2022

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Quando leggere...ti mette le ali! Agosto 2022
“Sapeva leggere. Fu la scoperta più importante di tutta la sua vita. Sapeva leggere.
Possedeva l’antidoto contro il terribile veleno della vecchiaia”.

(Luis Sepùlveda)

Questo mese è il turno degli spunti di Arturo Moro, che si presenta così:

Mi occupo di turismo e sport. Consiglio libri da anni annorum, prima mi occupavo di tutt’altro seguendo la falsariga di scuole non congeniali. Mi piace fotografare in bianco e nero, giocare agguerrite partite a basket con/contro i figli e viaggiare non necessariamente lontano. Nonostante il mestiere che faccio i libri non mi sono giunti a noia, anzi! Sono un lettore molto umorale e forse un tantino dispersivo. Rifuggo l’aria fritta e a un libro chiedo in primis qualche grammo di verità. Uno dei libri più belli che ho letto è stato “Guerra e Pace” di Tolstoj, con la paura di rileggerlo tanto a suo tempo mi aveva entusiasmato.

IL DUCA.
Autore: Matteo Melchiorre.
Editore: Einaudi.
Argomento: Romanzi da non perdere.
Prezzo: 21,00 €.

La recensione di Arturo.

Di Matteo Melchiorre qualche anno fa avevo apprezzato enormemente “La via di Schener”, personalissima ricognizione di un percorso che storicamente collegava il mondo della Serenissima Repubblica con quello – diciamo – tedesco. In pratica dal Feltrino al Primiero. Ora quella strada, che è stata di importanza capitale per centinaia dia anni è ridotta a tracce che uno percorre a suo rischio e pericolo. Sic transit gloria mundi… Bene, questo per dire delle mie alte aspettative per la prima opera di narrativa pura del Melchiorre. E ammetto che l’esito di questo primo romanzo, “Il Duca” è anche superiore alle mie attese. L’ambientazione, ancorché contrassegnata da nomi di fantasia, è scopertamente da localizzare strettamente dalle nostre parti, magari in un paesino non lontano da Feltre, da dove proviene il nostro scrittore. E così – per dire – la “montagna” del libro non è altro che il Massiccio del Grappa, e così via… Di questo libro mi ha incantato la fisionomia straordinaria che Melchiorre ha dato al suo personaggio. La figura del Duca è straordinariamente viva nelle sue contraddizioni e nella sua complessità psicologica. Ricorda certi personaggi della grande narrativa russa dell’800. Ad esempio a me è venuto in mente l’Oblomov di Goncarov, e scusate se è poco… 

Trama.

L’ultimo erede di una dinastia decaduta, i Cimamonte, si è ritirato a vivere nella villa da sempre appartenuta alla sua famiglia. La tenuta giganteggia su Vallorgàna, un piccolo e isolato paese di montagna. Il mondo intorno, il mondo di oggi, nel quale le nobili dinastie non importano piú a nessuno, sembra distante. L’ultimo dei Cimamonte è un giovane uomo solitario che in paese chiamano scherzosamente «il Duca». Sospeso tra l’incredibile potere del luogo, il carico dei lavori manuali e le vecchie carte di famiglia si ritrova via via in una quiete paradossale, dorata, fuori dal tempo. Finché un giorno bussa alla sua porta Nelso, appena sceso dalla montagna. È lui a portargli la notizia: nei boschi della Val Fonda gli stanno rubando seicento quintali di legname. Inaspettatamente, risvegliato dalla smania del possesso, il sangue dei Cimamonte prende a ribollire. Ci sono libri che fin dalle prime righe fanno precipitare il lettore in un mondo mai visto prima. L’abilità dell’autore sta nel mimetizzarsi tra le pieghe della storia, e fare in modo che abitare accanto ai personaggi risulti un gesto tanto istintivo quanto inevitabile. È quello che accade leggendo Il Duca, un romanzo classico eppure nuovissimo, epico e politico, torrenziale e filosofico, che invita a riflettere sulla libertà delle scelte e la forza irresistibile del passato. Con una voce colta e insieme divertita, sinuosa e ipnotica – inusuale nel panorama letterario nostrano – Matteo Melchiorre mette a punto un congegno narrativo dal quale è impossibile staccarsi.

L’Autore.

Matteo Melchiorre è nato nel 1981. Dopo essere stato ricercatore presso l’Università degli Studi di Udine, l’Università Ca’ Foscari e lo Iuav di Venezia, è direttore dal 2018 della Biblioteca del Museo e dell’Archivio Storico di Castelfranco Veneto. Si occupa di storia economica e sociale del medioevo e della prima età moderna, e di storia della montagna e dei boschi. Autore di numerosi saggi storici, tra gli altri libri ha pubblicato: Requiem per un albero. Resoconto dal Nord Est (Spartaco 2004), La banda della superstrada Fenadora-Anzú (con vaneggiamenti sovversivi) (Laterza 2011), La via di Schenèr. Un’esplorazione storica nelle Alpi (Marsilio 2016, Premio Mario Rigoni Stern 2017 e Premio Cortina 2017) e Storia di alberi e della loro terra (Marsilio 2017). Per Einaudi ha pubblicato Il Duca (2022).



GIALLO PALLADIO.
Autore: Umberto Matino.
Editore: Biblioteca dell Immagine.
Argomento: Gialli e thriller.
Prezzo: 18,00 €.

La recensione di Arturo.

Se un libro ha una trama gialla innaffiata da quattro omicidi che ti tiene incollato fino all’ultima riga, e in più ha uno sviluppo che veicola una pletora di informazioni di carattere artistico sul mondo del grande architetto Palladio, cosa vuoi chiedergli di più? L’ambientazione è tra le ville storiche del nostro vicentino e i delitti più efferati hanno luogo nei pressi della più famosa di esse, la celeberrima “Rotonda”. E’ un libro che prende ed arricchisce; a tal proposito vi riferisco il caso di una nostra cliente che sulla scorta del procedere nella lettura si è fatta una ricognizione di più di una villa raccontata, da Sandrigo in giù. 

Trama.

«È una villa piena di colore, vedrai gli affreschi interni!» convenne Giulia «D’altra parte la pittura veneta è caratterizzata dall’uso strepitoso del colore! Ogni pittore aveva una tonalità prediletta. Immagino che avrai sentito parlare del rosso Tiziano, del verde Veronese, del rosa Tiepolo…»

Il brigadiere pensò ai tubetti di tempera che usava alle medie… Poi indicò l’intonaco ocra ed esclamò: «…Giallo Palladio! Ecco il nome giusto per questo colore! Anzi, potrei suggerire al commissario di chiamare così anche la nostra inchiesta!» e rise di gusto.

Il primo crudele omicidio avviene nella più famosa villa di Palladio, la Rotonda, posta su un colle nei pressi di Vicenza. La città ne resta impressionata, ma quel delitto è solo il primo di una serie che le indagini dovranno decifrare, in un crescendo di colpi di scena. In via del tutto straordinaria, l’inchiesta

viene condotta congiuntamente da Carabinieri e Polizia. Il maresciallo Piconese e il commissario Bonturi dovranno muoversi, senza un attimo di tregua, sull’intero territorio veneto: a partire dalla minuscola e appartata Val di Rio Freddo, tra le montagne vicentine, scendendo quindi a Vicenza, a Padova e a Venezia. Il profilo del colpevole è sfuggente e anche le tracce da seguire si rivelano labili: un’utilitaria color verdino, una solitaria villa di campagna, degli introvabili disegni teatrali di Palladio… La vicenda si svolge nell’autunno del 1980, in una regione nella quale alle antiche ville palladiane si sono via via affiancati i tanti capannoni industriali. Sarà proprio scavando a fondo in quella terra, sospesa tra smisurata bellezza e degrado incalzante, che gli investigatori troveranno la chiave per risolvere i delitti.

L’Autore.

Umberto Matino è nato a Schio e vive a Padova. I suoi libri raccontano, nella forma letteraria del giallo e del noir, la storia del Veneto osservata da un punto di vista inconsueto e suggestivo, ponendo cioè al centro della narrazione il territorio dell’alto vicentino e la sua popolazione di antica origine alemanna, i cosiddetti Cimbri. Nel 2007 ha esordito con La Valle dell’Orco, edito anche in Germania nel 2014. Nel 2011 ha pubblicato L’ultima Anguàna (Premio GialloLimone – Piemonte e Finalista al Premio Cortina), e con il terzo romanzo, Tutto è notte nera, del 2015, ha completato quella che è stata definita la “trilogia cimbra”. Nel 2018 ha pubblicato I Rossi, un giallo che ha come riferimento storico, l’epopea dell’imprenditore vicentino Alessandro Rossi. Con il nuovo romanzo Giallo Palladio (2022) continua il racconto dei caratteri più significativi della società veneta, rivolgendo questa volta l’attenzione all’opera di Andrea Palladio, il grande architetto rinascimentale.

Accanto ai romanzi, Matino ha pubblicato anche, nel 2016, la Storia degli Uscocchi, libera trascrizione di un testo del XVII secolo che narra la lotta fra Venezia e gli Uscocchi. Nel 2019 Cimbri, vicende, cultura, folclore, una raccolta di brevi saggi divulgativi che raccontano la storia dei boscaioli tedeschi insediatisi, nel medioevo, a cavallo del confine tra il Veneto e il Trentino. Tutte le sue opere sono edite da Edizioni Biblioteca dell’Immagine.

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L'autore

Arturo Moro di Palazzo Roberti

Mi occupo di turismo e sport. Consiglio libri da anni annorum, prima mi occupavo di tutt’altro seguendo la falsariga di scuole non congeniali. Mi piace fotografare in bianco e nero, giocare agguerrite partite a basket con/contro i figli e viaggiare non necessariamente lontano. Nonostante il mestiere che faccio i libri non mi sono giunti a noia, anzi! Sono un lettore molto umorale e forse un tantino dispersivo. Rifuggo l’aria fritta e a un libro chiedo in primis qualche grammo di verità. Uno dei libri più belli che ho letto è stato “Guerra e Pace” di Tolstoj, con la paura di rileggerlo tanto a suo tempo mi aveva entusiasmato.