ATTUALITÀ

Non si scherza con l'antropologia

Sebastiano Zanolli
Sebastiano Zanolli
29 novembre 2022
CONDIVIDI:
Non si scherza con l'antropologia
Quando si parla di lavoro, performance e produttività vengono in mente soprattutto modelli, esempi e casi di successo pionieristici. 
A meno che non siamo volutamente alla ricerca di grandi massime filosofiche, pensiamo raramente di dover tornare nel paleolitico per prendere dalle popolazioni di raccoglitori e cacciatori insegnamenti e spunti professionalmente validi.
In un recentissimo articolo del The New Yorker, Cal Newport racconta come la ricerca sulle prime società umane offra lezioni per migliorare il nostro modo di approcciarci al lavoro oggi. Certamente la moderna vita d'ufficio differisce dalle tipologie di lavoro che hanno dominato per la stragrande maggioranza del tempo della nostra specie sulla terra. Ma l’antropologia comparata può essere un buon posto per capire perché dopo la rivoluzione del lavoro ibrido, sdoganato dalla pandemia, si stiano cercando modi per gestire un malcontento diffuso, solitamente innescato da ritmi frenetici ed estenuanti legati all’iperconnessione, e un malconento generale. Nell’era dei cacciatori-raccoglitori l'intensità del lavoro variava in base alle circostanze del momento. Il tempo libero durante il giorno era ampio e sempre diverso in relazione alle giornate, mentre oggi invece abbiamo sostituito questo ritmo con un’attività costante e continuativa. 
Nell'ambito di questa riflessione, James Woodburn, antropologo che ha studiato il popolo indigeno dell'altopiano del Serengeti nella Rift Valley dell'Africa orientale, ha sostenuto che le comunità di cacciatori-raccoglitori, come gli Hadza, spesso facevano affidamento su quella che chiamava un'economia di "ritorno immediato". In altre parole, le persone ottenevano un ritorno diretto e immediato dal loro lavoro: uscivano per la caccia o la raccolta e mangiavano ciò che riuscivano a procurarsi il giorno stesso o quelli a seguire. Nella moderna vita d'ufficio, invece, procediamo a singhiozzo, ci occupiamo di progetti a lungo termine che solitamente si protraggono per settimane o mesi; ci destreggiamo tra obiettivi task diversi, andando rapidamente su e giù durante la giornata lavorativa. 
Tutto offre ritorno sul medio termine e tutto richiede una concentrazione e uno sforzo cognitivo estremi per sopportare il sacrificio e la fatica immediata.
Non è strano dunque che molti di noi si trovino a disagio ed eternamente stressati nel conciliare la nostra natura e la realtà attuale.
Nel ridisegnare il mercato del lavoro che verrà le parti sociali dovranno tenere conto di divari come questo tra istinto e nuove necessità vere o apparenti. Una opportunità per creare un mondo più umano mi viene da pensare.
Non si scherza con l’antropologia.

Ti piacciono i nostri articoli? Iscriviti alle nostre migliori uscite.

Inserisci un'email valida

Siamo in continua evoluzione con il nostro Occhi Magazine; se hai domande o suggerimenti, non esitare a contattarci!

Seguici su Facebook, Linkedin, Instagram e Twitter.

Condividi:

L'autore

Sebastiano Zanolli

“Fare raggiungere ad individui e squadre i propri obiettivi professionali, mantenendo la propria umanità” è la ricerca e la sfida che Sebastiano Zanolli si è dato negli ultimi 25 anni e che continua ad approfondire. Un caso abbastanza raro di formatore che continua testardamente a lavorare in azienda fondendo la pratica con la teoria. Nato nel 1964, dopo la laurea in Economia presso l’Università Ca’ Foscari, ha maturato esperienze significative in ambito commerciale e marketing, ricoprendo posizioni di responsabilità crescente: ha occupato i ruoli di Product Manager, Brand Manager, Responsabile Vendite, Direttore Generale ed amministratore delegato di brand di abbigliamento in aziende come Adidas e Diesel. Si è occupato di politiche di Employer Branding come consulente di Direzione e presta la sua opera sulle strategie e progetti di Heritage Marketing. È autore di 7 volumi di grande successo: “La grande differenza” (2003), “Una soluzione intelligente” (2005), “Paura a parte” (2006), “Io, società a responsabilità illimitata” (2008), “Dovresti tornare a guidare il camion Elvis” (2011), “Aveva ragione Popper, tutta la vita è risolvere problemi” (2014), “Risultati solidi in una società liquida” (2017). Tutti i libri sono editi dalla Franco Angeli.