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L’errore di Cocciante ai David: quando la vulnerabilità diventa forza

Sebastiano Zanolli
Sebastiano Zanolli
30 maggio 2025
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L’errore di Cocciante ai David: quando la vulnerabilità diventa forza
Immaginate per un momento di trovarvi seduti in una sala, con le luci abbassate e qualcuno che sta per fare una cosa, qualcosa che non vi cambierà la vita forse. 
Ma che ha molto da rivelare.
Un momento solo, fragile come una pausa tra due note, in cui ci si accorge che il coraggio, a volte, non è andare avanti… ma fermarsi.

È di questo che vorrei parlarvi. 
Di un cantante che si è fermato davanti a tutti. 
In diretta. 
E di quello che succede quando smettiamo di fingere di essere impeccabili.

Durante la 70ª edizione dei David di Donatello, Riccardo Cocciante è stato invitato a eseguire “Era già tutto previsto”, brano scelto da Paolo Sorrentino per la colonna sonora del film “Parthenope”. 
E invece non era previsto quello che è successo.

Seduto al pianoforte, ha iniziato l’esecuzione, ma un’incertezza nel testo lo ha portato a fermarsi. 
Visibilmente turbato, si è alzato e ha lasciato il palco, pronunciando: “Scusate, la vorrei rifare” .
Pochi minuti dopo, accompagnato dal conduttore Mika, Cocciante è tornato sul palco. 
Con semplicità ha detto: “Questo è il live”, e ha ricominciato l’esecuzione, questa volta perfetta, ricevendo un lungo applauso dal pubblico .
Mi domando:
Cocciante è un grande artista perché può fermarsi?
O può fermarsi perché è un grande artista?

E noi, gente comune in azienda, possiamo permetterci lo stesso lusso?
In un’organizzazione, la possibilità di fermarsi e riprendere è il vero test della fiducia. È lì che si misura la qualità della collaborazione: nella libertà di tornare a respirare quando l’aria è diventata sottile.
Perché l’autenticità, come l’arte, vive di fiati presi al momento giusto.

Tre suggerimenti (apparentemente controintuitivi) da ricordare dopo questo episodio:

Fermarsi non è un fallimento, ma un atto di coraggio. In un mondo che premia la velocità, prendersi il tempo per ricominciare può essere la scelta più audace.

L’errore può essere un’opportunità di connessione. Mostrare vulnerabilità può avvicinare le persone più di una performance impeccabile.

La fiducia si costruisce anche nei momenti di incertezza. Permettere a qualcuno di riprovare dopo un errore rafforza il legame e la collaborazione all’interno di un team.

Dillo a chi non sbaglia mai.
A volte non è tutto previsto.

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L'autore

Sebastiano Zanolli

“Fare raggiungere ad individui e squadre i propri obiettivi professionali, mantenendo la propria umanità” è la ricerca e la sfida che Sebastiano Zanolli si è dato negli ultimi 25 anni e che continua ad approfondire. Un caso abbastanza raro di formatore che continua testardamente a lavorare in azienda fondendo la pratica con la teoria. Nato nel 1964, dopo la laurea in Economia presso l’Università Ca’ Foscari, ha maturato esperienze significative in ambito commerciale e marketing, ricoprendo posizioni di responsabilità crescente: ha occupato i ruoli di Product Manager, Brand Manager, Responsabile Vendite, Direttore Generale ed amministratore delegato di brand di abbigliamento in aziende come Adidas e Diesel. Si è occupato di politiche di Employer Branding come consulente di Direzione e presta la sua opera sulle strategie e progetti di Heritage Marketing. È autore di 7 volumi di grande successo: “La grande differenza” (2003), “Una soluzione intelligente” (2005), “Paura a parte” (2006), “Io, società a responsabilità illimitata” (2008), “Dovresti tornare a guidare il camion Elvis” (2011), “Aveva ragione Popper, tutta la vita è risolvere problemi” (2014), “Risultati solidi in una società liquida” (2017). Tutti i libri sono editi dalla Franco Angeli.