CULTURA

Buto Legna

Marco F. Zonta
Marco F. Zonta
27 febbraio 2023
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Buto Legna
Quando in redazione di Occhi con Anna abbiamo parlato di una rubrica incentrata sulla Cultura Veneta non stavo quasi nella pelle dalla felicità. E così appena salutati, passeggiando lungo la Brenta, con la mente  entrata in modalità L1, ossia lingua madre, la frase che si è immediatamente materializzata nella mia mente è stata: “Ziotren che figada! A ne go da contar su i Veneti da impienare un saco e na sporta!”
Ecco quindi che, ancora emozionato per la novità, quella notte stessa, non riuscendo a pensare ad altro, ho fatto parecchia fatica a prendere sonno. Comunque sia, verso le tre del mattino, quando credevo finalmente di esserci riuscito ecco che, sul più bello, come previsto, sono arrivati loro. 
“Dlindlon!” Sento suonare.
Apro la porta del subconscio mezzo intontito, “Si?”
“Ciao bocia, sò Antenore!”
“Ah Maria!” Ho pensato subito. “Partimo da distante ciò!”
“So stà el capo dea cavaleria dea Cità de Troia e 3200 ani fa go fondà Padova.” Mi fa l’omone in armatura tutto bello impettito. “So el progenitore de i Veneti … te ghe de parlar de mì!”
“O so si chi che te sì!” Ho risposto sbadigliando. “Dai entra … e metate e patine che go pena lavà par tera.”
Non faccio a tempo a chiudere la porta che mi vedo arrivare una corriera stipata all’inverosimile. Sulla fiancata c’è scritto “Artisti Veneti”. Sento una frenata brusca e un secondo dopo mi si mette davanti l’autista con quattro tour operator. Riconosco a naso Tiziano dal Cadore, Palladio da Vicenza, Vivaldi da Venezia, Canova da Possagno e Tito Livio da Padova. I Fantastici 5!
“Ciò Zonta!” Mi dice il Vecellio con la pronuncia del mio cognome giusta, alla “veneta” insomma: con la “z” che suona come la “s” di “naso”. “Te ghe studià arte quindi poche teghe che te se xa chi che semo!”
Per fortuna che anche nei sogni giro sempre con l’agenda e la penna.
“Go capio. Go da farve entrar tuti quanti. Eora dai, scominsiemo.” Dico ad alta voce. “Metive en fila che me segno.”
Considerando che gli artisti Veneti hanno prodotto 1/6 del patrimonio artistico mondiale so già che sarà dura. Comincio comunque dalle superstar, ossia da quelli che vengono obbligatoriamente inseriti nei manuali d’arte di tutto il mondo. 
Nel gruppo dei Pittori mi trovo messi in fila indiana dietro a Tiziano,  il Bellini, Mantegna, Cima da Conegliano, Carpaccio, Dal Piombo, Lotto, Giorgione, i due Da Ponte, Tintoretto, Veronese, Tiepolo, Canaletto, Piazzetta, Ricci, Hayez, Guardi e Longhi. Accanto al Palladio, tra gli Architetti c’è Luciano Laurana, Longhena e Piranesi. Con gli Scultori, assieme al Canova, mi passano di fianco l’altro Laurana: Francesco, poi Tartaglia e Corradini. A guardarmi un po’ storto per il mio modo di scrivere ci sono i letterati, quelli veri, con Tito Livio,  Catullo, Ruzzante, Trissino, Bembo, Pindemonte e Foscolo (Goldoni, a dire la verità, mi lancia una smorfia allegra e se la ride).Tra i musicisti oltre a Vivaldi a “darmi il cinque” c’è Salieri, Tartini e Albinoni. Riconosco Bartolomeo Cristofori nel gruppo che, col chiaro intento di intrufolarsi, fa finta di non vedermi. “E lu?” Dico indicandolo col dito.
Il Prete rosso (Vivaldi) mi guarda e alza le spalle. “Ga inventà el pianoforte … vuto no meterlo?”
“Gnancanaparoa!” Gli ho risposto. “Dai vanti, tuti dentro!”
“Wait please! Speta!” Mi fa un capellone con l’accento britannico arrivato di corsa. “Go scrito de voialtri veneti in cinque me opere! … May I enter please? Me feto entrar?”
“Ahn si … Shakespare! Ghe mancaria anca altro. Prego!”
Non faccio a tempo a chiudere la porta del subcosciente che mi sento battere sulla spalla. “E hem!”
Due gentildonne accompagnate a braccetto da un elegantone incipriato mi fanno la riverenza.
“Go el piaxer de presentarle Elena Lucrezia Cornaro, prima dona laureà al mondo e Cristina da Pizzano, prima scrittrice professionae de bestsellers.” Mi fa il tipetto con un bel far seducente. E mi .. mi son ..”
“O so chi che te si furbastro de un Casanova! E deso go capio parchè no te xeri nea coriera de i artisti Veneti. Ma varda che ti sì eh!”
“Ooooora pro nobissss!” 
A schivarmi senza tanti complimenti mi passano davanti i 10 papi veneti seguiti da un bel tipo fornito di barba da hipster, aureola e librone in mano. Al suo fianco un leone enorme con le ali.
Faccio passare la comitiva mettendomi di lato, poi guardo S. Marco ed indico con il dito il felino alato. “Eminensa. Tanto per saver. Perdeo peo?”
“Pena petenà!” Mi risponde l’Evangelista in posizione iconica.
“Ciò Zonta …” Fà uno grande e grosso col turbante in testa. Ghe xe quei tre me amighi che i fa casin!”
A parlarmi è Belzoni, il padre dell’Egittologia. Il più grande “Indiana Jones” di tutti i tempi.  
“Mi son dà fin en Cina!” Fa Marco Polo. “Eora? Mi go fato par primo el giro de el mondo!” Risponde Pigafeta.” “E mi go scoperto el Canada!” Dice Caboto.
“Oh tosi! Daxive na calmada!” Dico alzando oniricamente la voce. “Che no me toche ciamar el buttafora!”
“Ghe pensi mì!” Mi fa un omone con uno sguardo truce da sbudellatore medievale.
“Ah ti si ti Ezelin! Sempre pronto a menar e man eh?! Bon … xa che ti si qua va a dir a tuti che se i voe a sto punto i poe metar su na sagra. Rave party no però. No se poe.”
In mezzo a tutto quel gran vociare mi rivedo Antenore che gira tutto orgoglioso tra i suoi discendenti. Quando i nostri occhi si incrociano mi fa segno con una mano di avvicinarmi e poi mi indica una famigliola. “Varda!” 
Quasi nascosti tra la folla c’è un uomo, una donna e tre figli. Il più piccolo è appena un bebè e sta in braccio coccolato dalla madre che bisbiglia una canzoncina che mi porta indietro nel tempo: “manina bea , fata penea, dove sito stà …”. Il padre invece mi fissa serio. Ai suoi piedi c’è un vecchio baule borchiato con attaccate alla meno peggio le bandiere di mezzo mondo, ormai sbiadite dal tempo. Quando i nostri occhi si incrociano i due genitori veneti mi guardano con l’espressione più fiera che abbia mai visto. Le loro mani sono ruvide e nodose. La pelle dei visi segnata dalla fatica e dal dolore di chi è stato costretto a lasciare per sempre la propria terra, quella dei loro avi. Sono i CINQUE MILIONI di Veneti, comunità intere, che dal 1866 per un intero secolo, sono dovute emigrare per dare un barlume di speranza al futuro dei propri figli (e dei parenti rimasti in patria con le rimesse in denaro spedite dall’estero).
“Te se chi semo.” Mi fa l’uomo scandendo parole pesanti come macigni. “Te se parchè semo dovui scampare e queo che ghemo patìo.”
“Sì.” Rispondo io con un filo di voce. “O so.”
All’improvviso dentro la mia mente tutti i miei illustri ospiti si zittiscono. Poeti, pittori, papi, guerrieri… tutti quanti con gli occhi puntati su di me.
Antenore mi è ancora vicino.
“Zonta…” Mi dice. “Rentro de ti e de ogni Veneto de sto pianeta ghe xe un tochetin de tuti noialtri. A nostra creatività, el corajo, a determinasion, el sucesso profesionae… ma anca e tante tragedie che ancora no se voe contare. Fato stà che noialtri semo qua e i nostri geni i xe come un fogo che da quasi 3200 ani ne scalda i animi e no se ga mai stuà.”
Guardo il mitico fondatore di Padova senza dire una parola.
“E deso fa anca ti a to picoisima parte.” Mi dà una pacca sulla spalla e ride con in mano l’edizione di Occhi di marzo.“Fa del tuo e scrivi de tuti noialtri, de i to veci e de sti ani pasai. Buta legna su quel nostro fogo sacro bocia! …buta legna!”

Rubrica sulla Cultura Veneta
a cura di Marco F. Zonta
www.ceavenetia.org

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L'autore

Marco F. Zonta

Classe ’71, bassanese. Laureato in lettere e Arte al Ca’ Foscari di Venezia è uno studioso sfegatato di Storia e Cultura Veneta che da oltre vent’anni idea, crea e sviluppa progetti multimediali (portali e siti web, video sperimentali, documentari, guide cartacee multilingua, libri e riviste) legati al mondo dell’intrattenimento giovanile. Profondo conoscitore dell’Emigrazione Veneta ha vissuto e lavorato per oltre un decennio all’estero mantenendo stretti contatti con le nostre comunità in Australia, Brasile e Argentina e collaborando con diverse Università e Centri Culturali sudamericani. Da un anno ha pubblicato un simpatico libretto illustrato composto da oltre 100 pillole su Storia, Cultura e Tradizioni Venete (on line si trova su www.venetoeveneti.com). Il 1° di marzo, in occasione del Capodanno Veneto (Cao de Ano o Batimarso), Marco inaugura CEA VENETIA wwww.ceavenetia.org, un’associazione culturale che ha come obiettivo far conoscere al mondo l’enorme patrimonio storico-culturale veneto attraverso innovativi progetti multimediali leggeri e comunicativi.