Contrabbandieri del sale - un libro di Roberto Frison
Redazione Occhi
29 dicembre 2025Dal Grappa al mare, un viaggio disperato per un Natale di Memoria
Contrabbandieri del sale è l’ultimo romanzo di Roberto Frison. Una vicenda reale rimasta a lungo nel silenzio di una comunità. Nato dalla memoria di Santina Carlesso, il libro trasporta nel dicembre 1944, quando la disperazione della guerra trasformò quattro giovani di Romano d’Ezzelino in improbabili eroi in cerca di un bene essenziale: il sale.
L’origine di questo racconto risiede in una storia vera, recuperata grazie a un’intervista fatta dall’autore, l’11 gennaio 2014, a Santina, all’epoca ottantottenne. Per tre ore, la donna ha raccontato il suo passato, toccando l’amore, la fanciullezza e, infine, il cuore della vicenda: «quella volta del sale». La sua testimonianza, raccolta in extremis, ha permesso di avviare ulteriori ricerche di dettagli nella comunità, trasformando il ricordo in narrazione.
Il razionamento e l’ “Oro Bianco” introvabile. Il contesto storico è quello drammatico della Seconda guerra mondiale, con l’Italia sotto il peso di un razionamento alimentare sempre più inasprito. La tessera annonaria imponeva quantità minime di beni essenziali. Persino il sale era introvabile, alimentando un mercato nero dai prezzi vertiginosi. Nella comunità contadina di Romano, gli abitanti riuscivano a barcamenarsi, ma la mancanza di sale era divenuta un ostacolo insormontabile. La notizia che a Monfalcone si potesse barattare il sale divenne la scintilla per l’azione.
Lunedì 18 dicembre 1944, quattro persone caricarono le loro biciclette, pronte a sfidare 400 chilometri tra andata e ritorno per raggiungere le coste triestine. I protagonisti di questa missione vitale sono: Santina Carlesso (19 anni), Gioconda Carlesso (22), Marco Simonetto (27) e Domenica Simonetto (37).
Carichi di viveri e tabacco, la loro unica preoccupazione era schivare i posti di blocco dei repubblichini e dei tedeschi.
Il romanzo si articola tra i preparativi – uno spaccato della vita quotidiana nella pedemontana veneta – e il viaggio. La narrazione è scandita da preghiere, allarmi aerei e il rischio concreto dell’arresto dell’insolita compagnia del sale.
Il filò: custode della Memoria Collettiva. La costante emotiva e strutturale del romanzo è il filò. Ogni giorno si conclude con il radunarsi delle famiglie nella stalla di Santina. In questo luogo caldo, si parla del paese e dei quattro avventurieri in viaggio. Il motto della comunità è semplice ma vitale: «Se no’ i ciama vol dir che no’ ghe xè de mal». Questo rituale quotidiano, è l’unico modo per una comunità povera e terrorizzata di resistere al dramma oltre a salvare la Memoria Collettiva.
La Vigilia con l’ “Oro Bianco” “Contrabbandieri del sale” è una bella storia perché i protagonisti tornano a casa il 24 dicembre 1944: la Vigilia di Natale. Tornano con le biciclette cariche di “oro bianco”, stanchi ma con il cuore colmo di emozione. Hanno mangiato chilometri, trovato ospitalità e conosciuto il volto più duro della paura.
Ogni capitolo del romanzo è un frammento di memoria che ci ricorda che la pietà, la lingua, il freddo e il viaggio, in fin dei conti, sono parte del nostro modo di resistere ancora oggi. Perché la storia, quando trova la voce giusta, non smette mai di camminare.
Il libro è composto da 250 pagine ed è edito da Effe2 Edizioni di Romano d’Ezzelino.
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