L'arte contemporanea - Paginapiegataarte - gennaio 2026
Claudio Brunello
29 dicembre 2025Questo 2025 è un anno in cui l'arte contemporanea cerca un percorso, fra dubbi, passi indietro e passi di lato. Dopo alcune riflessioni, mi risulta difficile trovare una sintesi, nonché un’opinione, sull'anno passato. L'arte contemporanea, a mio avviso, per sua vocazione e funzione, cerca un senso sulla sua necessità e ha scopo di sintesi di un tempo trascorso e di un tempo proiettato in avanti, al di là di convenzioni definite. L'arte svolge un ruolo pedagogico, perché mette l'essere umano in relazione con sé stesso, presentando processi cognitivi che coinvolgono tanto la mente quanto l'emozione; mira a generare cambiamenti e a creare un terreno di incontro tra persone e comunità diverse. L'arte permette di esprimere emozioni, sviluppare il pensiero critico e la creatività, può agire come strumento di integrazione sociale e di sensibilizzazione su temi importanti; cerca di svolgere un ruolo attivo, stimolando una riflessione critica sul contesto sociale, culturale e tecnologico contemporaneo. Pertanto, essa non si concentra solo sull'oggetto, ma crea processi e legami tra artisti, persone e comunità attraverso laboratori, incontri e progetti sul territorio. Un'arte relazionale si presenta negli ultimi anni con una funzione aggregativa e socializzante. Non ho visto tutto questo nell'ultima edizione della Fiera dell'arte di Padova (fiera piccola, ma importante per il nostro territorio). Ho visto pochissime opere interessanti, tanti artisti epigoni di un periodo o di un artista celebre. La ricerca, il porre domande, cercare linguaggi non consueti, mi sono parsi scopi dimenticati. In questi tre anni di presenza mensile, vi ho scritto di artisti celebri, di recensioni mostre e di correnti artistiche del Novecento. Oggi vi scriverò di una sensazione che percepisco in avanzamento all'indietro con consenso di Istituzioni, Gallerie d'arte e in proposte autonome. Oggi sembra che l'arte cerchi il consenso di spettatori non addetti ai lavori, piuttosto di orientarsi verso una ricerca speculativa sulla sua funzione culturale. Pure il sottoscritto, nella funzione di curatore di mostre in ambito locale e di artista, cerca di trovare una direzione in questa confusione, dove il facile consenso del pubblico strizza l'occhio e condiziona ogni forma di espressione in tutto il terreno della creatività. Molti decenni fa, negli anni Sessanta, Settanta e parte degli Ottanta, gli artisti, le gallerie e i musei proponevano mostre libere dal mercato; le questioni sull'instabile terreno delle espressioni artistiche in tutti i livelli (arte, musica, teatro, cinema, danza, ecc. ecc.) erano da stimolo per porre domande a cui risposte certe non potevano esserci, il cercare era già una risposta. Molte correnti artistiche si manifestavano in contemporanea (certamente creavano confusione e incomprensione), ma il desiderio di guardare il lato oscuro, quello privo di consenso, era un bisogno a tutti i livelli. Oggi sembra di essersi fermati sulla soglia di uno spazio sconosciuto e, piuttosto di cercarne le caratteristiche peculiari, torniamo indietro nella comfort zone, dove tutto è acquisito e digerito, facile e deciso da molti. Mostre proposte da istituzioni (certamente di valore storico), ma ininfluenti come arricchimento individuale per un gusto estetico/concettuale, si ripropongono in continue esposizioni sugli impressionisti e su artisti dell'Ottocento o storicizzati nei primi anni del Novecento, fino alla Pop Art; il tutto ha un sapore “reazionario”. Vero è che proporre arte conosciuta è più rassicurante e di facile condivisione, nonché di successo economico. L'andare avanti può comportare il rischio di perdersi, ma può, altresì, portare alla scoperta di contenuti inaspettati e nuovi percorsi in cui inoltrarsi con curiosità speculativa. Moltissimi creativi (artisti di tutti i settori) si impegnano a non essere epigoni e reazionari, cercano zone di libera espressione.
Mario Merz – “Che fare?” 1968 espressione ascrivibile all'Arte Povera
L’opera riprodotta di Mario Merz sintetizza la situazione attuale, in cui la scritta “che fare”, realizzata in neon contemporaneo, è inscatolato in un contenitore d'altri tempi. Come dire che le nuove idee sono costrette ad esistere solo all'interno di una tradizione che ne impedisce una totale libertà di espressione.
L'arte concettuale di Vincenzo Agnetti
Vincenzo Agnetti anticipa con un telefono in bachelite i tempi odierni e Piero Manzoni con i suoi barattoli di merda d'artista da la stura ad un feticismo di religiosa memoria. L'arte come espressione libera è assolutamente necessaria.
Piero Manzoni - “Merda d'artista” 1961
Ti piacciono i nostri articoli? Iscriviti alle nostre migliori uscite.
Siamo in continua evoluzione con il nostro Occhi Magazine; se hai domande o suggerimenti, non esitare a contattarci!
Seguici su Facebook, Linkedin, Instagram e Twitter.
L'autore
Nato nel 1954 a Rossano Veneto (VI), da una famiglia di agricoltori che si trasferiscono a Torino quando ha pochi mesi di vita. La sua formazione culturale, fino ai venti anni, avviene nel capoluogo piemontese. Nel 1972 si diploma vetrinista di abbigliamento e tessuti con il massimo dei voti, suo insegnante di scenotecnica è Claudio Rotta Loria, affermato artista piemontese. Nel 1973 vince il Premio "Cairoli" Concorso d’arte contemporanea, più volte segnalato in diversi Premi d’Arte, ed è invitato a partecipare alla realizzazione di una grande tela "Giovani per i Giovani", eseguita dal vivo nella città di Chieri (TO). Stimato dal critico d’arte Aldo Passoni, al tempo Direttore della Galleria d’Arte Moderna di Torino, che lo inserisce nell’importante mostra collettiva "Piemonte Segno ‘74" alla Galleria d’arte Giorgi di Firenze. Nel 1974 avviene il trasferimento a Bassano del Grappa, dove tuttora risiede e crea con il fratello Giuseppe la discoteca "Shindy", uno dei locali, oggi, storici di Bassano. Nel 1977 si sposa con Daniela Scotton e fa nascere "Radio Bassano 104" una delle primissime radio libere della zona. Nel 1987 Il suo fare arte dall'iniziale Op-art, muta verso la più libera arte informale, attratto dalla genesi del gesto e la forza comunicativa del segno e, non ultimo, dal fascino tattile della materia. Nel 1983, con la moglie e il fratello Giuseppe crea il celebre locale "Ottocento". Nel 1988 è socio fondatore e presidente dell’Associazione Culturale "ACAV ‘88" e l’anno seguente fino al 1991 fa parte della Commissione artistica della "Chiesetta dell’Angelo" spazio espositivo bassanese. Nel 1999, sempre a Bassano del Grappa, realizza e dirige all’interno del noto locale "Ottocento" uno spazio denominato "PAGINAPIEGATA art gallery" dedicato esclusivamente all’Arte contemporanea e alla cultura. Ne cura la programmazione fino alla chiusura nel Luglio 2007 (organizzando oltre 40 mostre di artisti locali e 100 proiezioni d’arte contemporanea). Nel 2002 inizia il periodo tuttora in essere delle tele di formato quadrato, che singole o associate fra loro nella fattispecie di cellule/parole o tessere autonome creano possibili assemblaggi in continua mutazione. Dal 2007 si dedica all’arte a tempo pieno, come curatore, promotore e naturalmente artista. Nel 2010, 2011 e 2014 ha tenuto laboratori sul movimento Dada, sull’Arte Povera e sulla Trash art al Liceo d’arte "G. De Fabris" di Nove - VI. Nel 2013 crea un ciclo di incontri dedicato alla creatività dal nome "Pagina Piegata - intrecci d’arte", coinvolgendo: artisti, fotografi, scrittori, musicisti e critici d’arte. Nel 2014 ha iniziato con il figlio Nicolò il progetto "Contenitori d’identità", consistente nell’ideazione e produzione di oggetti di complemento d’arredo con caratteristiche concettuali. Nel 2019 è curatore delle mostre realizzate nella sede bassanese di Allianz e dello Spazio Olimpia. Dal 2020 crea il canale YouTube "PaginaPiegataArte" dove spiega l'arte contemporanea. Nel 2022 pubblica il libro "Pagina Piegata - introduzione all'arte contemporanea dal II° dopoguerra ad oggi". Sempre nello stesso anno è inserito nell'Archivio Ezio Bosso di Torino. E' socio fondatore dell'Associazione culturale "Dif-Fusione 88" che si occupa di promozione del contemporaneo in tutte le sue forme. Ha esposto in Italia e all’estero, sue opere sono presenti nella Galleria d'arte Anna Breda Arte e Design di Padova, in negozi di design d’arredo e in collezioni private e pubbliche.