Massimo Zanella - Esseri Di-Versi
Andrea Marchioro
30 aprile 2025Quando incontro Massimo Zanella in un bar della zona alle 10 del mattino di un giorno di primavera inoltrata, penso a lui come ad un artista nato nel secolo sbagliato.
Indossa un cappello di lana cotta e degli occhiali neri dalla montatura sottile e squadrata, con sé porta un sorriso denso e rassicurante sopra un pizzetto brizzolato lungo e curato (tipico di chi lo porta orgogliosamente da anni), una confortante stretta di mano ed una bellissima cagnolina di taglia media di nome Kim.
L’aria è fresca, il cielo è terso e ci permette di sederci tranquillamente all’aperto, l’ordine è veloce e chiaro come le idee che ci circondano: un caffè americano per lui, un latte di mandorla ed una fetta di torta senza glutine per me.
Per la profondità di pensiero e la capacità di sintetizzare ed enucleare allo stesso tempo, lo immagino dialogare a la place de Forum ad Arles, in Francia, con Van Gogh e Paul Gauguin, sulla densità dei colori del grano nel tardo Ottocento, oppure disquisire amabilmente a Parigi con Toulouse Lautrec o Degas sulla natura dei corpi ed il loro movimento o perché no, sull’origine dell’ermetismo con Salvatore Quasimodo e il suo Oboe Sommerso nella Liguria dei primi del Novecento.
E invece no, è qui di fronte a me a Bassano del Grappa e mi godo il momento.
Mi racconta della sua vita spesa tra la musica e la parola, tra i componimenti e le sinfonie, tra gli echi e i versi a rima incrociata, tutti elementi per lui indistinguibili e concatenati in un vissuto che si fa armonia ed innovazione.
“Scrivere a mano permette di dedicare tempo a sé stessi, di rallentare i ritmi […], è sinfonia di sentimenti, di atti quotidiani che si sviluppano nel tempo, nel ritmo della musica e del cuore che sottolinea il presente, la materia del presente.”
Condividiamo la disillusione che la poesia porta con sé, la voglia di organizzare dei reading con alcuni autori locali, forse all’aperto nei giardini Parolini, l’idea di un circolo poetico che forse mai si farà….mi parla della sua esperienza in radio…e del fatto che non ha mai provato invidia per nessuno….e questo forse gli ha salvato la vita; e mentre il tempo passa inesorabile ci accorgiamo che è già arrivato il momento di andare…
Ci salutiamo con la promessa di rivederci presto, per scambiarci libri, consigli e nomi d’altri poeti che come noi con umiltà, provano ad interpretare a rileggere il mondo che ci sta di fronte….
Talvolta solo per noi stessi…perché la natura ha benevolmente o malevolmente voluto così…altre volte per gli altri, perché speriamo che qualche messaggio, qualche significato giunga un po' più lontano…dalla punta dei nostri piedi…
Momenti
Soundtrack – Perfect Life di Steven Wilson
Momenti che lasceranno il segno.
In un mondo che forse vuol sparire.
Dormire avvinghiati su noi stessi,
come in posizione fetale.
Momenti che resteranno a chi…?
Se noi stessi non ricordiamo di aver vissuto.
Il materiale non è tutto,
non si possono comperare emozioni,
ed io non voglio comperare emozioni.
Ho vissuto come ho voluto,
dannato forse,
ma sincero,
dannato forse,
ma vivo.
Letture consigliate: “Tracce – raccolta di poesie” casa editrice Pagine, 2015, “Momenti” 2016, “Suoni D’Inchiostro” 2018 e “Scritti d’Estate – side one” tutti editi dalla casa editrice Level82 Publishing.
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L'autore
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